Carlo e Camilla in Segheria, Cracco raddoppia a Milano
Lo stile è tipicamente industrial, un solo tavolo infinito, dove si cena insieme agli altri avventori. Due sale, una dedicata al bar e l’altra, quella maggiore, dedita al servizio al tavolo. Quando si entra da Carlo e Camilla in Segheria, il secondo e più recente ristorante di Carlo Cracco, in via Meda 24 a Milano, si ha l’impressione di essere in un luogo fuori dal tempo. La location era una vecchia segheria, di cui si è mantenuto praticamente tutto, il nome richiama quello di Cracco ma scherza, accostandolo ad una fantomatica Camilla, facendo pensare alla coppia di reali inglesi.
Lo stile lo si vede nei complementi d’arredo, ogni elemento è armoniosamente inserito in un contesto curato da Tanja Solci, art director, curatrice di mostre, designer di installazioni, che ha reinvitato la vecchia segheria dei nonni, una fabbrica del 1929. Oggi ci sono nobili lampadari di cristallo, sedute di A.G. Fronzoni e di Jasper Morrison prodotte da Cappellini. Cucina e design, il binomio funziona alla perfezione. La tavola è vestita con una distesa di 100 porcellane bianche e piatti dai decori diversi, selezionati nel fuori produzione dell’eccellenza di Richard Ginori.
La cucina è affidata allo chef romagnolo Emanuele Pollini, ovviamente sotto la direzione di Carlo Cracco. La proposta culinaria punta all’originalità, senza dimenticare il territorio. La parola d’ordine è semplicità che permette di reinterpretare la tradizione in chiave contemporanea. La curiosità sta nella tecnica di cottura, come quella sotto vuoto in acqua di pomodoro de l’Ombrina di Carlo. Il menu è completamente nuovo ogni quarantacinque giorni, mentre la proposta del fuori menù è diversa ogni giorno.