L’astrattismo grafico di Fendi
Il bianco apre e chiude una collezione che è un susseguirsi di accostamenti cromatici colti e raffinati. Si alterna con il rosso mattone, la terra bruciata e il nero. Fino a cedere il passo a nuovi pattern geometrici ispirati dall’opera dell’artista svizzera Sophie Taeuber. Un astrattismo grafico che viene trasposto anche a livello materico sugli intarsi dei fur coat, sulle it bag della maison riviste in chiave graphic patchwork, o sugli stivaletti “high fashion” destinati a diventare cult. Per essere citato, poi, nelle silhouette rigorose, dure e pulitissime della prima parte della collezione: gonne (longuette e mini) rese ancor più severe da pannelli laterali in pelle, tubini austeri e pettorine rigide e geometriche. La durezza di angoli netti e linee definite, viene poi sfidata da una schiera di soffici e voluminosi duvet che danno forma a caban e bustier dress dal piglio moderno e contemporaneo. O dai capispalla fluffy in shearling e pelliccia. Sua maestà la pelliccia, appunto, che Fendi, ancora una volta, mostra di saper trattare come fosse il più delicato filo da ricamo, con una maestria e un’arte ineguagliabili. Per una fur couture che attinge sì al passato della maison, ma si spoglia di ogni nostalgia e guarda al futuro con uno spirito avant garde e iper lussuoso.