Gucci Il contemporaneo è l’intempestivo
La collezione Gucci autunno/inverno 2015-16 non si accontenta di registrare il presente, ma si colloca in quella soglia inafferrabile fra un “non ancora” e un “non più”. Una soglia di contaminazioni temporali dove sopravvivenze del passato si intrecciano a prefigurazioni di futuro. In questa cornice, alcuni frammenti dimenticati vengono riammessi in nuovi orizzonti di senso: fiori rubati da tappezzerie abbandonate in una soffitta, uccelli che ricamano preziose promesse d’amore di gusto georgiano, abiti con pieghe cariche di memorie. Si tratta di dettagli intempestivi, disturbi esemplari, sfasature e diacronie che rivendicano l’inattualità come filtro per accedere a una migliore comprensione del presente.
Nessuno sguardo nostalgico o consolatorio. Piuttosto un’affermazione di libertà. Libertà di riattualizzare delle possibilità accantonate. Libertà di costruire significati inediti all’incrocio di temporalità non coincidenti. Libertà di scegliere chi essere. Al di là del già detto. Sullo sfondo la città contemporanea: luogo di imprevisti, fratture, scarti e amnesie. Ma soprattutto luogo dove si mescolano realtà e desiderio, testimonianze e profezie, tracce di mondi pre-esistenti e barlumi di mondi in gestazione: indizi necessari per produrre nuove grammatiche e prefigurare inedite possibilità di esistenza.