Più di 100 artisti celebrano la Grande Madre
Centoventisette artisti internazionali in una spazio espositivo da 2mila metri quadrati al piano nobile di Palazzo Reale. La Grande Madre, dal 26 agosto al 15 novembre 2015, racconterà il potere della donna: non solo quello generativo e creativo della madre, ma soprattutto il potere negato alle donne e quello conquistato dalle donne nel corso del Novecento. La rassegna è il frutto di una collaborazione tra istituzioni pubbliche e private nella condivisione di un progetto che porta la grande arte contemporanea, anche nelle sue dimensioni più attuali e innovatrici, nello spazio espositivo più prestigioso della città, rappresentando l’evento di punta del calendario di Expo in città nel secondo trimestre dell’Esposizione.
La mostra è curata da Massimiliano Gioni, ideata e prodotta dalla Fondazione Nicola Trussardi insieme a Palazzo Reale per Expo in città 2015. La madre è stata spesso al centro della storia dell’arte e della cultura durante i secoli: dalle veneri paleolitiche alle “cattive ragazze” del post-femminismo, passando per la tradizione millenaria della pittura religiosa con le sue numerose scene di maternità. La Grande Madre, partendo proprio dalla rappresentazione della maternità, tratta la trasformazioni della sessualità, dei generi e della percezione del corpo e dei suoi desideri. Il percorso espositivo si apre con la presentazione dell’archivio di Olga FröbeFKapteyn che dagli anni Trenta ha raccolto per tutta la vita migliaia di immagini di idoli femminili, madri, matrone, veneri e divinità preistoriche che sono finite nella vasta collezione iconografica alla quale hanno attinto Carl Gustav Jung, Erich Neumann e molti altri psicologi e antropologi impegnati nelle ricerche sull’archetipo della grande madre. Un’altra importante sezione della mostra sarà incentrata sulla partecipazione delle donne alle avanguardie storiche e, in particolare, al movimento futurista, dadaista e surrealista.
Lo studio della donna all’interno del Futurismo è esplicitato con le opere, tra gli altri, di Benedetta, Umberto Boccioni, Giannina Censi, Valentine De Saint-Point, Filippo Tommaso Marinetti. Le sale dedicate al dadaismo si concentrano sulla nascita del mito della donna meccanica e automatica, passando per le macchine di Marcel Duchamp, Picabia e Man Ray, fino alle performance della Baronessa Elsa’ von’ FreytagFLoringhoven. Il culto della donna nel Surrealismo è analizzato attraverso la straordinaria presentazione di cinquanta collage originali da La donna 100 teste di Max Ernst, esposti accanto a opere e documenti di André Breton, Hans Bellmer, Salvador Dalì e altri ancora. La seconda parte della mostra ha come epicentro ideale una selezione di opere di Louise Bourgeois, che assimila l’influenza del Surrealismo e la trasforma con riferimenti intrisi di arcaico. Spazio poi ad artiste degli anni Sessanta e Settanta, come Magdalena Abakanowicz, Ida Applebroog e Lynda Benglis, per proseguire negli anni Ottanta con le opere di Cindy Sherman e Rosemarie Trockel. E’ degli anni Novanta la leggendaria serie di Rineke DiJkstra che ritrae madri e figli a poche ore del parto.
A completare il già ricchissimo percorso espositivo ci sono anche installazioni importanti di Jeff Koons, Thomas Schutte, Nari Ward e opere di richiamo di Thomas Baryle e Maurizio Cattelan, solo per fare alcuni nomi e lasciare intatta la curiosità.