La Maria Stuarda di Donizetti torna a Lisbona dopo un secolo
Grande successo della produzione del Teatro dell’Opera di Roma
Lisbona (dal nostro corrispondente Marco Manuel Marsili) –
Impura, (…) meretrice, indegna, oscena, (…) vil bastarda’ (atto I). Il sanguinoso periodo inglese dei Tudor attraeva particolarmente i compositori di testi romantici, in particolare italian (che culmina in una decapitazione) è una delle testimonianze più veementi di questo fascino. L’opera, su libretto di Giuseppe Bardari, ispirato alla tragedia del drammaturgo tedesco Friedrich Schiller, narra la storica battaglia tra la regina di Scozia, Maria Stuarda, e la sovrana inglese Elisabetta I, che si trasforma in una vera e propria “guerra delle stelle” vocale, con armi, argomenti (e insulti), tratti dal prodigioso arsenale del belcanto.
La vicenda storica
La cattolica Maria venne tenuta prigioniera per 20 anni a Londra dalla cugina protestante Elisabetta, ufficialmente per l’omicidio di suo marito Darnley, ma in realtà a causa delle sue pretese sul trono di Inghilterra. La regina di Scozia divenne, suo malgrado, il simbolo vivente della Controriforma, e finì sacrificata nella lotta tra la Spagna cattolica di Filippo II – quello dell’invincibile armada’, distrutta nel tentativo di conquistare la Gran Bretagna – e l’Inghilterra protestante di Elisabetta I. La sua esecuzione fu un duro colpo all’autorità divina dei sovrani assoluti: per la prima volta nella storia una ‘regina consacrata da Dio’ venne giudicata e condannata a morte. L’unico figlio di Maria, Giacomo, indicato come successore da Elisabetta in punto di morte, sarà il primo re britannico a riunire i domini scozzesi a quelli inglesi. Da Maria Stuarda – la casata si è estinta nel 1807, dopo il regno di Anna, l’ultima sovrana del casato degli Stuart, e la prima del Regno di Gran Bretagna –discende l’attuale regina del Regno Unito Elisabetta II, appartenente agli Hannover, che occupano il trono dell’Unione dal 1714.
L’opera del compositore bergamasco
ebbe un’infelice genesi: uno fu il ritardo dell’opera, ritardata a causa del giovane e inesperto librettista – Bardari era uno studente di legge diciassettenne – il cui testo dovette essere parecchie volte censurato. Un altro motivo fu la zuffa tra le due prime donne, Giuseppina Ronzi de Begnis e Anna del Serre (nei ruoli di Maria ed Elisabetta), venute alle mani nella scena dello scontro delle due regine, insultandosi tra di loro pesantemente, al punto che la de Begnis accusò la rivale di essere la favorita del compositore. Donizetti, ormai stufo dei litigi, replicò: ‘Io non proteggo nessuna di voi due, ma due puttane erano quelle (Elisabetta e Maria) e due puttane siete voi due’, ponendo fine alle liti tra le due. Così come è successo nella Norma belliniana, così pure il contrasto tra i due personaggi femminili che, all’inizio erano soprani, fu sottolineato nel corso del tempo dalla consuetudine di far cantare il ruolo di Elisabetta a un mezzosoprano. In realtà, è sufficiente creare un contrasto tra i due tipi di soprano, secondo quanto prescritto dall’autore. L’opera arrivò al debutto un anno dopo, con una non proprio in forma Maria Malibran nel ruolo di Maria Stuarda. Sebbene la censura le imponesse di non cantare la parte in cui Maria insulta Elisabetta, la Malibran la cantò comunque. L’opera venne proibita dopo sole sei recite, e riadattata a un altro libretto, Buondelmonte, eseguita al Teatro San Carlo di Napoli nel 1834. Nonostante qualche ripresa nei successivi cinque anni, l’opera ebbe scarsa circolazione in seguito, e fu ripresa con una certa regolarità a partire dalla ‘Donizetti Renaissance’ nella seconda metà del XX secolo.
La prima rappresentazione
di Maria Stuarda, a Lisbona, è avvenuta al teatro São Carlos nel 1844 – l’edificio, costruito tra il 1792 e il 1795, è stato progettato da José da Costa e Silva seguendo lo stile dell’omonimo teatro napoletano – ed è trascorso un secolo prima che la si potesse riascoltare. L’opera del compositore orobico ritorna, quindi, nel 21° secolo sotto la direzione musicale di Fabrizio Maria Carminati, applauditissimo dal numeroso pubblico che ha gremito il teatro della capitale per la prima. Sobria ma efficace la scenografia di Sergio Tramonti. Ad interpretare le due regine, due cantanti già note e apprezzate dai melomani portoghesi, che hanno tributato loro un lungo applauso: Ekaterina Bakanova (Maria Stuarda) e Alessandra Volpe (Elisabetta). Tra i soprani che hanno incarnato le due rivali, nel ruolo di Maria si sono distintesoprattutto Beverly Sills, Montserrat Caballé, Leyla Gencer, Joan Sutherland, Edita Gruberová, Mariella Devia. Come Elisabetta, invece, Shirley Verrett, Anna Caterina Antonacci e Sonia Ganassi. I soprani italiani Carmela Remigio, Maria Pia Piscitelli e il mezzosoprano americano Joyce DiDonato sono le uniche cantanti viventi ad aver affrontato entrambi i ruoli.
Le prossime repliche saranno
il 29 e 31 gennaio, alle 20, e 2 febbraio, alle 16. La stagione lirica del São Carlos, che si è aperta con La forza del destino di Giuseppe Verdi, proseguirà con Die Walküre di Richard Wagner (12 e 15 marzo), La Bohème di Giacomo Puccini (4, 6, 8, 10 maggio), Le Comte Ory di Gioacchino Rossini (5, 7, 9, 14, 16 giugno).
Maria Stuarda di Gaetano Donizetti (1797–1848), su libretto di Giuseppe Bardari (1817-1861) tratto da Maria Stuart (1800) di Friedrich Schiller (1759-1805)
Lisbona, Teatro Nacional de São Carlos– 25, 27, 29, 31 gennaio 2020, h. 20; 2 febbraio, h. 16
Direzione musicale: Fabrizio Maria Carminati-Messa in scena: Andrea De Rosa-Scenografia: Sergio Tramonti-Figurinos Ursula Patzak-Luci: Pasquale Mari-Coro del teatro nazionale São Carlos, diretto da Giovanni Andreoli-Orchestra sinfonica portoghese
Elisabetta: Alessandra Volpe-Maria Stuarda: Ekaterina Bakanova-Leicester: Leonardo Cortellazzi-Talbot: Luís Rodrigues-Cecil: Christian Luján-Anna Kennedy: Rita Marques